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“100 anni di volo italiano a Venaria Reale!”

Con questa frase, con punto esclamativo, è toccato al 34° Gruppo Squadroni “Toro” dell’Aviazione Esercito ricordare in modo degno il centesimo anniversario del primo aeroplano italiano. Dipinta su un elicottero del reparto, la locuzione è tanto sobria quanto efficace, quasi “alla piemontese”. E sarebbe senz’altro piaciuta all’Ingegner Aristide Faccioli, per celebrare il suo non tanto secondario primato storico.
L’Italia è un paese dalle tante “culle dell’aviazione”, ma il torinese Aristide fu il primo che prese in mano gli attrezzi e mise insieme un aeroplanino tutto “made in Italy”, compreso il motore. Ma dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna: ed infatti la consorte – di cui la storia non ci tramanda il nome – “con paziente perizia, tendeva e cuciva le tele dell’aeropano”. A dircelo è nientemeno che Gabriele d’Annunzio.
Si trattava di un a vera e propria azienda aeronautica a conduzione famigliare: al figlio Mario, classe 1885 e del tutto digiuno di pilotaggio - forse l’unico volontario disponibile - fu assegnato l’ingrato compito di sollevare da terra l’esile manufatto.
Così, il 13 gennaio 1909, il triplano da 25 HP ad eliche controrotanti Faccioli N° 1 prese il volo dall’ippodromo torinese di Mirafiori, stupendo i pochi spettatori e facendo la storia. L’aeroplano sarebbe anche riuscito a tornare a terra tutto intero se non fosse stato per l’incolpevole imperizia del volonteroso aeronauta, al suo primo atterraggio.
Per nulla scoraggiato dalla disavventura, con la tipica perseveranza sabauda, Faccioli padre tornò in officina (e la mamma alle forbici) per costruire il Faccioli N° 2, questa volta il primo biplano “made in Italy”. Già tra maggio e giugno del 1909, il nuovo aereo dette buona prova di se, decollando ed atterrando più volte dai prati attorno alla Reggia Sabauda della Venaria Reale.
Oggi a Venaria Reale, ormai conglobata nell’area metropolitana di Torino, la tradizione aeronautica è affidata al 34° Gruppo Squadroni “Toro” dell’Aviazione Esercito.
Archiviato il Faccioli N° 2, sempre causa atterraggio pesante, già il 12 febbraio 1910 volò a Venaria Reale il nuovo biplano Faccioli N° 3, una farfalla di 6,70 metri di apertura alare e motore monocilindrico da 25 HP. Anche questo aeroplano, purtroppo, non durò più di un mese. “Ma perfettamente in linea con il normale attrition level dell’epoca pionieristica” sottolineerebbe oggi un laureato in scienza delle comunicazioni.
All’improvviso, nei primi mesi del 1910, il trio Faccioli si trasferì, armi e bagagli, a Cameri, il nuovo campo d’aviazione appena inaugurato, a metà strada tra Torino e Milano. Il vero motivo del traloco dei Faccioli è tuttora oscuro. Qualcuno dice che ci furono dei dissapori con gli Enti Militari che operavano nelle stesse aree demaniali della Venaria Reale.
In quel periodo, Cameri si stava rapidamente affermando come uno dei poli della nascente aeronautica. Una calamita per diversi progettisti, molti aspiranti piloti, uomini d’affari in vena di nuovi investimenti ed avvenenti nobildonne, stile “belle époque”, alla ricerca di nuove emozioni. In questo contesto stimolante, l’Ingegner Aristide, imperterrito, mise in cantiere il quarto aereo, questa volta un biplano con stabilizzatore anteriore.
Già a luglio il “Faccioli N° 4” iniziava una carriera di volo sorprendentemente lunga, visti i precedenti. E finalmente, il 15 ottobre 1910 il “Pilota Aviatore Civile” Mario Faccioli (con alle spalle i collaudi di ben quattro velivoli sperimentali) conseguiva il meritatissimo “Brevetto di pilota italiano N° 21”.
I Faccioli proseguirono la propria meritoria attività aviatoria fino allo scoppio del primo conflitto mondiale, quando se ne perdono le tracce. Ma il loro nome resterà scolpito per sempre negli annali del pionierismo aeronautico nazionale.
Cari Faccioli perdonateci! Noi torinesi siamo fatti così. A causa del nostro cronico “understatement”, non abbiamo fatto abbastanza per celebrare in modo appropriato il vostro centenario. Solo qualche citazione qua e là, come durante i World Air Games 2009, di passaggio da queste parti. Per il vostro bicentenario cercheremo di fare meglio!

Nella foto: Scorcio frontale dell’Agusta/Bell AB 205A-1 gate guardian del 34° Gruppo Squadroni AVES “Toro” con l’iscrizione “100 anni di volo italiano a Venaria Reale!”. Aeroporto di Venaria Reale (Torino), 3 novembre 2009. (Aeromedia)

(Aeromedia, novembre 2009)