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Anteprima dell'Ansaldo A.1 Balilla restaurato dal GAVS Torino

Il 1° giugno scorso, la sezione di Torino del GAVS (Gruppo Amici Velivoli Storici), l'associazione italiana non-profit per il recupero degli aerei storici, ha organizzato una presentazione informale, a fine restauro, del biplano da caccia Ansaldo A.1 Balilla di proprietà del Museo Storico di Bergamo. Si tratta di un cimelio assai raro e di notevole interesse storico. L'A.1 fu l'unico tipo di caccia di progettazione italiana costruito in serie durante la prima Guerra Mondiale. Dei 150 esemplari realizzati dall'Ansaldo tra il 1917 ed il 1918, solo due sono giunti fino a noi.
Il Balilla di cui si è appena concluso il restauro venne donato al Comune di Bergamo, negli anni venti, per onorare la figura di Antonio Locatelli, pilota bergamasco che si era particolarmente distinto durante la Grande Guerra. Il velivolo esibisce tre pregevoli dipinti allegorici che raffigurano San Giorgio che uccide il drago.
Il progetto di ripristino di questo aereo era stato preso originariamente in esame nel 1988; motivi burocratici e logistici avevano tuttavia impedito l'immediato inizio di quella che era stata denominata "Operazione Balilla". Per inciso, nel tempo intercorso, il GAVS Torino ha svolto con successo una serie di altri impegnativi programmi di restauro statico: l'Ansaldo SVA di Gabriele d'Annunzio, lo Spad VII del Museo Baracca, il più vecchio esemplare esistente di Avia FL.3, uno Stinson L-5 Sentinel protagonista dello Sbarco in Normandia e la trasformazione del relitto di un Fiat G.59 in G.55 Centauro, quest'ultima attività per conto del Museo dell'Aeronautica Militare.
Solo alla fine del 2000 il Balilla fu smontato e letteralmente estratto dal secondo piano del castello medievale di Bergamo, sede del locale Museo Storico, peraltro chiuso al pubblico da molti anni. Immediatamente dopo questa laboriosa operazione, il vetusto cimelio venne immediatamente trasferito presso la Revelli Metallik di Leinì, nei pressi di Torino, dove si trova il Cantiere Aeronautico N°1 del GAVS Torino, così denominato a ricordo degli stabilmenti dove l'Ansaldo costruiva i suoi aeroplani.
Dopo anni di incuria ed abbandono, il Balilla si presentava in condizioni veramente precarie. I rivestimenti in tela delle ali e dei timoni erano irrecuperabili, la struttura lignea presentava danni estesi, le parti metalliche erano largamente arrugginite mentre i pneumatici si erano completamente rinsecchiti. Dopo aver sbarcato il motore, uno SPA 6A da 220 cavalli, per poterlo restaurare a parte, i soci del GAVS Torino rimossero tutta la telatura, cercando di danneggiare il meno possibile i dipinti di San Giorgio, le varie insegne, le iscrizioni e le zone mimetizzate, in modo da poterle poi riprodurre accuratamente.
Una volta stelate, le strutture delle ali risultarono in uno stato disastroso, tanto da rendere necessarie circa 170 diverse riparazioni per ripristinare la forma originale della velatura. Dall'inizio del 2001 al giugno del 2003, presso il Cantiere di Leinì, i volontari del GAVS Torino hanno svolto circa 6.000 ore di attività sull'aereo. Al termine dell' "Operazione Balilla", il velivolo ha ripreso esattamente il suo aspetto originale, fin nei minimi dettagli.
Il Balilla, concepito come caccia puro, aveva un armamento di serie composto da una coppia di mitragliatrici fisse montate nella parte superiore del vano motore e sparanti attraverso l'elica. E' interessante notare che l'esemplare restaurato dal GAVS Torino (numero di costruzione 64) subì alcune sostanziali modifiche, forse nel corso dell'attività operativa: venne privato dell'arma di destra e predisposto per l'installazione di una macchina fotografica planimetrica nella fusoliera posteriore, diventando così un velocissimo ricognitore armato. La mitragliatrice Vickers del Balilla, precedentemente esposta in un'altra sezione del museo, è stata rimontata a bordo.
Alla fine del restauro, il motore dell'A.1 (completo di tutti gli accessori) è risultato così bene che esso non sarà rimontato a bordo ma esposto separatamente, di fianco all'aereo. A qusto punto il GAVS Torino, giusto per tenere in posizione l'elica, si è sentito in dovere di realizzare un realistico simulacro dell'intero motore, utilizzando legno e plastica. E' un peccato che questo ben riuscito manufatto risulterà poi del tutto invisibile al pubblico!
Nel corso del programma di restauro, al GAVS Torino è stato anche affidato il ripristino non funzionale di un motore Austro Daimler "preda bellica", anch'esso di proprietà del Museo di Bergamo. Le spese vive dell'intera "Operazione Balilla" sono state coperte, oltre che dal Museo Storico della Città di Bergamo, dalla Fondazione Famiglia Legler e dalla Fondazione Bergamo nella Storia. Diversi altri enti e privati non hanno fatto mancare il loro aiuto al GAVS Torino, impegnato a strappare dall'oblio un'altra importante testimonianza della storia aeronautica italiana.

Nella foto: Ansaldo A.1 Balilla 16553 dal Museo Storico della Città di Bergamo restaurato dal GAVS Torino. (Aeromedia)

(Aeromedia, giugno 2003)