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by Aeromedia - corso Giambone
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Si riapre il mercato degli aerei presidenziali?
Ha destato un certo clamore, di recente, la scoperta che il nuovo B.757
presidenziale della Repubblica Popolare Cinese era stato equipaggiato anche di
apposite "pulci" elettroniche. Qualche settimana dopo, in occasione del salone
Asian Aerospace 2002 di Singapore, con un tempismo ed una scelta del luogo assai
calibrati, la Boeing ha annunciato il rilancio del proprio impegno sul mercato
dei velivoli da trasporto "governativi", diffondendo anche interessanti dati
statistici riguardo a questo particolare settore del trasporto aereo.
Secondo il produttore americano, l'attuale consistenza della flotta mondiale
di aerei "presidenziali" è attorno ai 200 esemplari, più della metà dei quali
sono aerei di linea di vario tipo adattati all'impiego. Di questi, un 50% circa
ha 20 o più anni di attività alle spalle, lasciando presagire, nella prossima
decade, buone prospettive commerciali per il loro rimpiazzo. Circa la metà degli
aerei presidenziali opera in Asia e poi, in proporzioni via via decrescenti, in
Europa, Sud America ed Africa. Apparentemente lo studio Boeing non tiene in
considerazione il mercato domestico (dato per scontato?), quello
dell'Australasia e quello canadese. La Boeing afferma che l'80% degli aerei di
linea attualmente utilizzati dai capi di stato è di propria produzione, per cui
si sente avvantaggiata da un'indubbia esperienza in questo peculiare segmento
del mercato.
In una prospettiva diversa, le condizioni che portarono molti paesi, circa
trent'anni fa, ad equipaggiarsi con aerei di linea per effettuare i propri voli
di stato appaiono oggi radicalmente cambiate. Intanto esistono sul mercato
prestigiosi velivoli executive a lunghissimo raggio, come il Gulfstream V ed il
Global Express, meno cari, più flessibili ed altrettanto comodi. Negli anni '70,
con l'avvento degli aerei di linea a fusoliera larga, si resero improvvisamente
disponibili, a costo accessibile, molti quadrigetti di prima generazione
relativamente nuovi, per cui parecchi capi di stato si lasciarono tentare
dall'idea del proprio "Air Force One" personale. Oggi non ci son avvisaglie di
salti generazionali nello sviluppo degli aerei da trasporto.
Benchè, in questo settore, non sembrino prevalere solo considerazioni
pratiche od economiche, ben pochi sono gli stati che che debbono muovere grosse
delegazioni diplomatiche, a lunga distanza, più di due o tre volte all'anno e
meno ancora quelli possono giustificare un wide-body fermo su piazzale 300
giorni all'anno. D'altronde il più famoso capo di stato volante di tutti i
tempi, forse anche perchè la Città del Vaticano non ha aeroporti, ha battuto
ogni record planetario affidandosi solo ed esclusivamente ai voli charter.
Lockheed VC-121B Constellation 48-614 del 125th ATS USAF, battezzato
"Columbine" dal generale Eisenhower che lo utilizzò all' inizio degli anni '50.
L'aereo è oggi conservato al Pima Air & Space Museum vicino a Tucson in Arizona. (foto
Aeromedia)
(Aeromedia, marzo 2002)