AEROMEDIA
Il web italiano di informazione aerospaziale
by Aeromedia - corso Giambone 46/18 - 10135 Torino (Italy)


Si riapre il mercato degli aerei presidenziali?

Ha destato un certo clamore, di recente, la scoperta che il nuovo B.757 presidenziale della Repubblica Popolare Cinese era stato equipaggiato anche di apposite "pulci" elettroniche. Qualche settimana dopo, in occasione del salone Asian Aerospace 2002 di Singapore, con un tempismo ed una scelta del luogo assai calibrati, la Boeing ha annunciato il rilancio del proprio impegno sul mercato dei velivoli da trasporto "governativi", diffondendo anche interessanti dati statistici riguardo a questo particolare settore del trasporto aereo.
Secondo il produttore americano, l'attuale consistenza della flotta mondiale di aerei "presidenziali" è attorno ai 200 esemplari, più della metà dei quali sono aerei di linea di vario tipo adattati all'impiego. Di questi, un 50% circa ha 20 o più anni di attività alle spalle, lasciando presagire, nella prossima decade, buone prospettive commerciali per il loro rimpiazzo. Circa la metà degli aerei presidenziali opera in Asia e poi, in proporzioni via via decrescenti, in Europa, Sud America ed Africa. Apparentemente lo studio Boeing non tiene in considerazione il mercato domestico (dato per scontato?), quello dell'Australasia e quello canadese. La Boeing afferma che l'80% degli aerei di linea attualmente utilizzati dai capi di stato è di propria produzione, per cui si sente avvantaggiata da un'indubbia esperienza in questo peculiare segmento del mercato.
In una prospettiva diversa, le condizioni che portarono molti paesi, circa trent'anni fa, ad equipaggiarsi con aerei di linea per effettuare i propri voli di stato appaiono oggi radicalmente cambiate. Intanto esistono sul mercato prestigiosi velivoli executive a lunghissimo raggio, come il Gulfstream V ed il Global Express, meno cari, più flessibili ed altrettanto comodi. Negli anni '70, con l'avvento degli aerei di linea a fusoliera larga, si resero improvvisamente disponibili, a costo accessibile, molti quadrigetti di prima generazione relativamente nuovi, per cui parecchi capi di stato si lasciarono tentare dall'idea del proprio "Air Force One" personale. Oggi non ci son avvisaglie di salti generazionali nello sviluppo degli aerei da trasporto.
Benchè, in questo settore, non sembrino prevalere solo considerazioni pratiche od economiche, ben pochi sono gli stati che che debbono muovere grosse delegazioni diplomatiche, a lunga distanza, più di due o tre volte all'anno e meno ancora quelli possono giustificare un wide-body fermo su piazzale 300 giorni all'anno. D'altronde il più famoso capo di stato volante di tutti i tempi, forse anche perchè la Città del Vaticano non ha aeroporti, ha battuto ogni record planetario affidandosi solo ed esclusivamente ai voli charter.

Lockheed VC-121B Constellation 48-614 del 125th ATS USAF, battezzato "Columbine" dal generale Eisenhower che lo utilizzò all' inizio degli anni '50. L'aereo è oggi conservato al Pima Air & Space Museum vicino a Tucson in Arizona. (foto Aeromedia)

(Aeromedia, marzo 2002)