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KLM lascia Alitalia

Il 28 aprile scorso la compagnia olandese KLM, facendo valere alcune clausole dell'accordo stipulato nel novembre 1999, ha rotto l'alleanza con l'Alitalia che avrebbe dovuto portare alla creazione di una joint-venture internazionale comprendente altri vettori come Northwest ed Air Europa.
Le cause della rottura sono principalmente due, fortemente interconnesse tra di loro: le aspettative non mantenute su un effettivo sviluppo dello scalo di Malpensa e la mancata privatizzazione dell'Alitalia.
Nonostante gli sforzi congiunti di un asse formato da tre successivi governi italiani, dall'Alitalia e dalla SEA (l'ente pubblico di gestione dei principali aeroporti lombardi), il piano per concentrare a Malpensa gran parte del traffico aereo dell'Italia settentrionale si è scontrato con la realtà del mercato, ovvero con le reali esigenze dell'utenza e gli interessi complessivi di quasi tutti gli altri operatori italiani e stranieri. Il pesante impatto ambientale dell'aeroporto e lo stato dell'attuale viabilità attorno allo scalo non hanno certo contribuito ad un agevole sviluppo iniziale di Malpensa 2000.
Nell'arco di pochi mesi, ben due ministri dei trasporti italiani impegnatisi in favore di Malpensa 2000 sono letteralmente usciti dalla scena politica. I piani di sviluppo Alitalia, basati su un ipotetico successo (a colpi di decreti legge) dell'hub lombardo, non hanno avuto il successo sperato, rendendo per ora poco attraente la collocazione in borsa della società.
La decisione della KLM di cercare altrove i propri alleati è il colpo di grazia ad anni di non corretta pianificazione del sistema del trasporto aereo in Italia.

Nella foto: Scorcio dell'aeroporto di Malpensa al crepuscolo.

(Aeromedia, maggio 2000)