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TWA lascia l'Italia

Dopo aver cessato, all'inizio del 2000, i propri voli verso Roma, dal gennaio 2001 la TWA ha deciso di chiudere anche lo scalo di Milano/Malpensa, verso il quale operava da decenni un volo giornaliero dall'aeroporto JFK di New York.
Il vettore statunitense, dopo cinquantaquattro anni di ininterrotta attività, lascia così il mercato italiano. La decisione, presa nell'ambito di un programma di riduzione dei voli sul Nord Atlantico, ha un significato che va oltre alla semplice ristrutturazione della rete operativa di una compagnia aerea.
Si era appena concluso il secondo conflitto mondiale quando, nei primi mesi del 1946, la Transcontinental & Western Air (come si chiamava allora per esteso la TWA) inaugurò in rapida successione una serie di voli di linea transatlantici da New York per Parigi, Madrid, Lisbona e Roma.
Sui cieli italiani diviene ben presto familiare l'inconfondibile sagoma dei maestosi quadrimotori Lockheed 049 Constellation della TWA. Il primo di ventuno esemplari era stato consegnato appena nel novembre dell'anno precedente e già, nel marzo del 1948, seguiva il primo esemplare del Model 649 a maggiore autonomia.
All'epoca, volare da New York a Roma significava effettuare scali intermedi lungo la rotta, solitamente Gander (Newfoundland/Canada) e Shannon (Irlanda) e l'aumento delle prestazioni dei velivoli si traduceva immediatamente in minori disagi per i passeggeri. Era anche un periodo in cui il progresso aeronautico era assai più rapido ed evidente di oggi.
La TWA non si accontenta di collegare l'Italia con l'America del nord in proprio ma contribuisce alla creazione della LAI-Linee Aeree Italiane, compagnia aerea a lungo raggio che più tardi confluirà in Alitalia.
Quando, il 17 maggio 1950, la compagnia statunitense viene ribattezzata Trans World Airlines, essa domina ormai incontrastata le rotte del nord Atlantico, in quegli anni il maggiore mercato del trasporto aereo mondiale. Alcuni dei principali concorrenti mettono in linea i quadrimotori Douglas, ma la TWA resta un fedele cliente della Lockheed e, nel 1957, le viene consegnato il primo di cinquantasette Model 1049 Super Constellation, ribattezzati "Jetstream" dalla TWA, con vezzo allora abbastanza diffuso tra i maggiori vettori.
Due anni dopo, quando le compagnie "di bandiera" europee hanno flotte composte mediamente da venti/trenta aeroplani, la TWA lancia ogni giorno sul Nord Atlantico la bellezza di 146 Constellation di vari tipi e versioni, compreso il tardivo Model 1649 Starliner, pur capace di voli non-stop Los Angeles-Londra.
Ma il 1959 è anche l'anno dell'inizio della transizione del trasporto aereo ai velivoli a getto. La TWA, all'epoca la più grande compagnia aerea del mondo, non può che essere un cliente di lancio del quadrigetto Boeing B.707.
Nei due decenni successi la TWA si espande e standardizza la propria flotta intercontinentale sul B.707, soprannominato "Starstream" dalla compagnia. Ne vengono messi progressivamente in linea, in varie versioni, un centinaio di esemplari, prima affiancati ed infine sostituiti da quantità meno rilevanti di B.747 e Lockheed L-1011 TriStar. In quel periodo il Boeing B.727 diventa il velivolo tipo della TWA per la rete domestica.
Con la deregulation reaganiana, la competizione diviene più serrata, in particolare sulle rotte USA-Europa; la TWA perde progressivamente il proprio icontrastato primato atlantico. Negli ultimi anni la compagnia ha dato notevole enfasi allo sviluppo dell'attività domestica ed a medio raggio ed appena una quindicina di B.767 costituiscono la componente a lungo raggio della flotta TWA.

Nelle foto: Il primo e l'ultimo tipo di aereo usato dalla TWA per i suoi voli con l'Italia; Lockheed Model 749 Constellation N91201 "Star of Portugal" e Boeing B.767-205ER N650TW. Cartolina promozionale della Trans World Airlines distribuita, dal 1957, a bordo dei Lockheed Model 1049 Super Constellation.

(Aeromedia, gennaio 2001)