AEROMEDIA
Il web italiano di informazione aerospaziale
by Aeromedia - corso Giambone 46/18 - 10135 Torino (Italy)


Un caccia Sabre da ricordare

E’ sicuramente degna di nota la saga del Canadair CL-13 Sabre Mk.4 utilizzato come “gate guardian”, tra il 1989 ed il 2002, presso il distaccamento dell’Aeronautica Militare all’aeroporto Torino/Caselle.
Questa versione del North American Sabre (sigla F-86E), classico caccia occidentale degli anni cinquanta, volò per la prima volta il 28 agosto 1952. La Canadair ne costruì su licenza 438 esemplari, con la sigla CL-13. Il lotto iniziale di produzione entrò in servizio con la Royal Canadian Air Force, per essere quasi subito trasferito alla Royal Air Force. Gli esemplari successivi furono consegnati direttamente alla RAF, nel quadro del programma di aiuti militari tra Stati uniti e Gran Bretagna, andando ad equipaggiare un totale di undici “Squadron”.
A metà del 1956, rendendosi disponibili i nuovi caccia Hawker Hunter di produzione nazionale, i Sabre della RAF tornarono progressivamente sotto il controllo dell’USAF. La maggior parte di questi aerei, quasi nuovi, furono passati all’Italia ed alla Jugoslavia. All’Aeronautica Militare furono assegnati 179 Sabre Mk.4, destinati a riequipaggiare la 2a e la 4a Aerobrigata.
Vale la pena ricordare che, negli anni successivi, i Sabre furono anche utilizzati da tre pattuglie acrobatiche AMI: i “Lancieri Neri” (2a Aerobrigata), il “Cavallino Rampante” (4a Aerobrigata) e la formazione originale delle “Frecce Tricolori” - Pattuglia Acrobatica Nazionale. I Sabre Mk.4 ebbero una carriera abbastanza breve nell’Aeronautica militare, ben presto rimpiazzati dai nuovi e più prestanti F-104G.
All’inizio degli anni ‘80, i membri del gruppo Avio Data (Luciano Bertolo, Sergio Mapelli, Giovanni Masino e Mauro Rossi) “scoprirono” un Canadair CL-13 Sabre Mk.4 accantonato all’aperto presso il Presidio AMI di Torino, in Via Beinette 26. In questa struttura inaccessibile al pubblico, l’aereo - privo del suo motore General Electric J47-GE-13 da 23 kN - mostrava chiari segni di decadimento.
Dato chè già all’epoca erano ormai pochissimi i Sabre Mk.4 sopravvissuti in Italia, gli appassionati di Avio Data si attivarono, concentrando la propria attenzione sull’identità del cimelio e sulla sua storia. L’aereo di Via Beinette recava il “serial number” originale della RCAF “19534”, adottato come matricola Militare dall’AMI, ed il codice individuale di reparto “4-74”. Risultò che questo esemplare (n/c 434) era stato consegnato alIa RAF il 4 maggio 1953, ricevendo l’identificativo XB631. Dopo circa tre anni, gli USA lo avevano dato in prestito all’Aeronautica Militare.
Non è tuttora noto l’abbinamento tra il serial number canadese e quello statunitense del velivolo, ne’ sono disponibili dettagli sul suo impiego nei ranghi dell’AMI. A questo proposito, bisogna rilevare che il caccia esibiva il codice 4-74 della 4a Aerobrigata ma sulla coda campeggiava lo stemma della 2a Aerobrigata, sovrapposto alla “nuvola” del Cavallino Rampante.
Gli appassionati di Avio Data si adoperarono come poterono per convincere l’AMI ad autorizzare qualche minima attività di conservazione del cimelio, ma senza risultato. Nel maggio 1985, Avio Data si sdoppiò, costituendo il nucleo iniziale del GAVS Piemonte (poi GAVS Torino), la prima sezione locale del Gruppo Amici Velivoli Storici. In questa nuova e più consona veste, fu riavviata l’azione di convincimento per salvare il Sabre che, nel frattempo, era sempre più malridotto.
Finalmente, dopo altri tre anni di sforzi, maturarono le condizioni per un’azione comune tra la Forza Armata, l’allora Aeritalia ed il GAVS Torino, per garantire un degno futuro al Sabre. Lo storico aereo, dopo un restauro a cura dell’industria, sarebbe diventato il “gate guardian” del distaccamento AMI all’aeroporto Torino/Caselle. L’operazione fu avviata il 16 ottobre 1988, quando Bertolo e Mapelli - con comprensibile entusiasmo - effettuarono un accurato rilievo quotato di tutte le iscrizioni, i simboli e le insegne presenti sul velivolo, comprese le coccarde.
Nelle settimane successive, personale tecnico AMI della base di Cameri effettuò lo smontaggio dell’aereo, ed il successivo trasporto allo stabilimento Aeritalia di Caselle Nord, diretto dall’Ing. Giovanni Traversa. Il signor Giuseppe Sella - altro appassionato di aviazione all’epoca responsabile qualità del Gruppo Velivoli Combattimento dell’Aeritalia - fu incaricato di coordinare il personale della società impegnato nel restauro.
In breve il Sabre fu completamente sverniciato, pulito e sottoposto ad alcune riparazione e ripristini funzionali. Anche i trasparenti del tettuccio e del parabrezza furono accuratamente lucidati. La successiva fase di verniciatura comprese l’applicazione di un prodotto di fondo su tutte le superfici esterne del velivolo, seguita da due mani di vernice argentata. Infine furono ridipinte gran parte delle iscrizioni e decorazioni esterne, in base al rilievo effettuato dal GAVS Torino.
In linea di massima, il Maggiore Roberto Zuppichini, l’allora comandante del distaccamento AMI di Caselle, intendeva sistemare l’aereo in modo “classico”, a carrello chiuso e con un pilone di sostegno fissato sotto alla fusoliera. Ma il GAVS Torino, per scongiurare qualunque alterazione all’integrità del velivolo, elaborò una soluzione più complessa.
L’associazione propose con successo di lasciare il Sabre col carrello abbassato, appoggiandolo su tre piloncini metallici di diversa altezza, collegati ai mozzi delle ruote con semplici staffe imbullonate. Con un tocco di preveggenza, questa soluzione avrebbe anche consentito facilmente, in qualunque momento, di rimuovere il velivolo, posarlo al suolo e spostarlo sulle proprie ruote. Questo metodo di installazione senza impatto sul cimelio, fino ad allora inedita in Italia, diventò anche un riferimento per successivi “gate guardian”.
Alla fine del febbraio 1989, il Sabre fu trainato dall’officina Aeritalia al non lontano distaccamento militare, sfilando trionfalmente sui piazzali dell’aeroporto di Caselle. Il 3 marzo successivo, un gruppo di soci del GAVS Torino diede il tocco finale all’impresa, dipingendo sulla coda dell’aereo il serial number ed il “Cavallino Rampante”, l’emblema personale di Francesco Baracca adottato dalla 4a Aerobrigata.
L’installazione dell’aeroplano sui tre piloni fu effettuata il 16 marzo, appena in tempo per l’inaugurazione ufficiale del nuovo “gate guardian”, svoltasi il 28 marzo 1989, 66° Anniversario dell’Aeronautica Militare Italiana. La solenne cerimonia sancì anche il successo dell’efficace collaborazione tra Forza Armata, Industria e Volontariato Culturale, inedito e promettente paradigma nel campo della conservazione dei cimeli della storia aeronautica italiana.
Tredici anni dopo, nel 2002, il nuovo comandante del distaccamento (che all’epoca comprendeva il 2° Ufficio Tecnico Territoriale e la locale DCA), decise improvvidamente di disfarsi del Sabre, un caccia a reazione decisamente raro in Italia, per sostituirlo con uno dei tanti Starfighter presenti in varie basi aeree ed altre strutture AMI.
E fu così che il glorioso Sabre, salvato dall’oblio grazie agli sforzi disinteressati di molti torinesi, fu traslocato all’aeroporto di Aosta, una struttura civile senza alcun ruolo nella storia dell’aviazione militare. Per concludere, l’incongruente “gate guardian” dell’Aero Club Valle d’Aosta fu inaugurato per la seconda volta il 28 settembre 2002, ed oggi continua a resistere al passare degli anni.

Nella foto: Il Canadair CL-13 Sabre Mk.4 4-74 dell’Aeronautica Militare Italiana, “gate guardian” al distaccamento AMI dell’aeroporto Torino/Caselle dal 1989 al 2002. (Aeromedia)

(Aeromedia, december 2012)